sabato 5 gennaio 2008

Ingres e il fidanzamento

"Quanto largo e benigno si domostri talora il cielo nell'accumulare in una persona sola l'infinite ricchezze de' suoi tesori e tutte quelle grazie e' più rari doni che in lungo spazio di tempo suol compartire fra molti individui, chiaramente potè vedersi nel non meno eccellente che grazioso Raffaello Sanzio da Urbino. Il quale fu dalla natura dotato di tutta quella modestia che suole alcuna volta vedersi in coloro che più degli altri hanno a una certa umanità di natura gentile aggiunto un ornamento bellissimo d'una graziata affabilità, che sempre suol mostrarsi dolce e piacevole con ogni sorta di persone et in qualunque maniera di cose. Di costui fece dono al mondo la natura, quando vinta dell'arte per mano di Michelangnolo Buonarroti, volle in Raffaello essere vinta dall'arte e dai costumi insieme." G.Vasari

Come io ho voluto omaggiare il mio amato Raffaello nelle sue Tre Grazie, vedo che nei secoli precedenti altri artisti di fama leggggermente superiore alla mia hanno avuto la stessa idea. Esempio mirabile tra tutti quello di Jean-Auguste-Domique Ingres. Il suo ‘Il fidanzamento di Raffaello’ del 1814 è un continuo rimbalzare interno e esterno tra omaggio e rimandi a mio parere di completezza difficilemnte eguagliabile. Sì perchè l’omaggio non si limita ad un semplice doppio ritratto del suo ‘maestro’ e della sua storica sfortunata dolce metà (che sembrano quasi i fidanzatini di Raymond Peynet), ma aggiunge all’interno a destra una sorta d’inizio del famoso ritratto della Fornarina (1519) e alle loro spalle la Madonna della Seggiola (1513) già compiuta e appesa, la quale neanche a dirlo per me è una delle Madonne con lo sguardo più soave al mondo. Insomma 4 ritratti in un quadro solo; 3 donne e un uomo tutti legati da sentimenti reciproci. Tra l’altro tutte le donne ci guardano e lui invece mi da l’idea di uno che non sa più da che parte girarsi per ammirare tutta la bellezza che sente di avere intorno. Finchè ammira il ritratto che ha iniziato a fare alla sua amata la tiene sulle ginocchia e l’abbraccia, e poi tra un secondo si girerà a compiacersi anche della sua Madonna là in fondo... Ma il motivo per cui parlo di questo dipinto è fondamentalmente per via di una sensazione che ho avuto da subito appena l’ho visto, sensazione alla quale trovo riscontri nell’opera stessa. Vado a spiegarmi meglio: la sensazione è che Ingres abbia composto tutto ciò come in età contemporanea a quella di Raffaello, come se lui stesso fosse vissuto negli stessi anni. In che senso vi chiederete. Cerco di darvi in dettaglio le ragion di causa di questo mio particolare punto di vista, che anche se non non credo sia quello ufficiale degli storici dell’arte o dei biografi di Ingres, non mi dispiace affatto di avere. Mi spiego: mi pare che già dal titolo Ingres si sia voluto porre come testimone d’eccezione del fidanzamento in questione e che tale ritratto voglia valere come prova ufficiale (come era stato fatto per 'Il matrimonio dei Coniugi Arnolfini nel 1434 da Jan van Eyck). Margherita seduta sulle ginocchia guarda dritto in camera come si suol dire oggi, come se qualcuno la stesse ritraendo proprio lì adesso, in diretta, e chi meglio di un discepolo devoto nei secoli del suo fidanzato? Tale signor Ingres, il quale giuntagli nel 1814 la richiesta direttamente dal suo idolo si catapulta al contrario da 3 secoli escusivamente per l’occasione. Sapendo per certo che il fidanzamento ufficiale con Margherita non avvenne mai (perchè come si suol dire non s’aveva da fare) notando i due quadri nel quadro di cui dicevo prima, possiamo avere comunque l’idea dell’anno in cui avvenne questo segreto fidanzamento: essendo che la Madonna del 1513 è già finita, non può essere che il 1518/19, anno appunto del Ritratto di Fornarina, che è lì ed è appena iniziato. La missiva firmata da parte del Maestro Semi-dio Raffaello Sanzio che diceva chiaramente ‘ti prego vieni tu a farmi il ritratto prima che io perisca’ ci tengo a sottolienare arrivò ad Ingres segretamente nei modi più insospettati, sì xchè il fidanzamento tra i due è segreto e tale deve rimanere. Da cosa lo deduco? 1: Ormai mi pare di capire Raffaello a quel tempo si trovava rispetto a questa relazione in una situazione incresciosa di quelle che io definsico ‘tutti sanno ma nussuno sa niente’; 2: il maestro non si è mai dipinto in dolce compagnia di nessuno, tantomeno della Fornaria; 3: il luogo è quello privato dello studio dell’artista e la tenda è solo un po’ aperta giusto per la luce, non è mica davanti ad un notaio o tra amici e parenti; 4° ed ultimo punto ma fondamentale a riprova di ciò (e provate a darmi torto adesso) è proprio che a ritrarre i due innamorati sia Ingres! Sì perchè il fidanzamento è talmente segreto che Raffaello ha dovuto chiamare qualcuno di davvero fidato ma non un amico contemporaneo, per paura che spifferasse tutto! Insomma penso che per Jean-Auguste deve essere stato un’onore esser stato scelto a condividere come testimone nei secoli il segreto d’amore del suo ‘maestro d’arte’, come faceva a dir di no? Onore, nonchè onere nel cercar di produrre quest’opera così affascinante e perfetta, all’altezza della richiesta, come adeguato omaggio a prova di cambiamento delle mode e delle male lingue nei secoli dei secoli. ...amen.

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